Alberobello

L’antica denominazione di questo luogo era Silva Alborelli, come riportato in un antico documento del 1481 con il quale Re Ferrante I d’Aragona investiva i Conti Acquaviva di Conversano di questo territorio, in cambio dei servizi da loro resi contro i Turchi nella Battaglia di Otranto.
Alberobello nasce quindi tra il 1400 ed il 1500, quando i contadini provenienti dai borghi limitrofi si stabiliscono qui grazie alle agevolazioni offerte loro dai Conti di Conversano. L’unico requisito richiesto era che le abitazioni venissero costruite a secco, senza l’utilizzo di malta, per poter eludere i dazi imposti dal Re di Napoli ai feudatari per i nuovi insediamenti urbani.
Così nacquero i trulli, queste straordinarie opere di ingegneria realizzate con pietre a secco, tanto solide quanto facilmente abbattibili qualora vi fossero delle ispezioni inviate dal Re o in caso di rivolte da parte dei cittadini di Alberobello.
Tutto ciò fino al 1797, quando un gruppo di coraggiosi abitanti di Alberobello si rivolse direttamente al Re Ferdinando III di Borbone, ottenendo il titolo di città regia e mettendo fine alla schiavitù feudale ma soprattutto all’obbligo di costruire a secco.
Alberobello è sicuramente una delle principali mete turistiche della Puglia. Girando per le sue stradine e visitando il paese liberamente, è ancora possibile sentire, assaporare e capire quella che era la vita dei cittadini pugliesi, di chi abitava a stretto contatto con il territorio fino a non molti anni fa.

Da visitare :

Il Rione Monti
sorge sul versante meridionale di Alberobello, occupando un’intera parte della collina. Attualmente nel Rione Monti ci sono circa 1030 trulli disposti lungo 7 strade parallele, anche se originariamente quando nacque il villaggio alla metà del XV secolo i trulli erano una quarantina circa. Il Rione Monti è la zona dove si trovano i trulli più antichi, datati tra la metà del 1400 ed il 1500, ma oggi è la parte più turistica della cittadina, pienissima di negozi di artigianato e souvenir, laboratori d’arte in cui si lavora la pietra calcarea, la terracotta, preziosi tessuti ed altri prodotti artigianali lavorati con sapiente maestria.

Rione Aia Piccola
Nel parte sud-est di Alberobello sorge il Rione Aia Piccola con circa 400 trulli, tuttora abitato, che lascia trasparire meglio quello che doveva essere fino a pochi decenni fa il centro di Alberobello.
Le aie erano spiazzi e cortili destinati alla battitura del grano e successivamente diventati parte di una specie di masserie urbane. Si trattava infatti di edifici complessi con le abitazioni dei proprietari, quelle dei contadini ed un cortile centrale con un portone di accesso.
Attualmente la zona di Aia Piccola è quella più incontaminata ed autentica del paese di Alberobello, dove non ci sono attività commerciali ed in cui si può sentire quella che era l’unicità di questo borgo pugliese prima che diventasse così famoso nel mondo.

La Chiesa di Sant’Antonio
La consuetudine di costruire trulli non vale solo per gli edifici civili, ma vi è anche un esempio religioso rappresentato dalla Chiesa di Sant’Antonio, collocata sulla sommità del Rione Monti. Anche questa chiesa è a forma di trullo ed è stata costruita tra il 1926 ed il 1927.
Su una pianta a croce greca, con pilastri che sostengono archi a tutto sesto, si innesta una cupola alta circa 21 metri a forma di trullo, sormontata da un lucernario a base quadrata, che si integra perfettamente con gli edifici circostanti e tutto il paesaggio urbano di Alberobello. Sul lato destro della facciata c’è un campanile alto circa 19 metri, anch’esso a forma di trullo.

Il Trullo Sovrano
è uno dei più grandi Alberobello, costruito intorno alla metà del 1700 e disposto su due piani, con ben 14 metri di altezza. Attualmente è adibito a casa museo che è possibile visitare, con gli interni proprio come erano un tempo, ricostruiti grazie alle testimonianze degli abitanti più anziani del paese. Nel periodo estivo il Trullo Sovrano ospita anche diversi eventi come spettacoli teatrali, concerti di piccole orchestre o complessi, serate di cultura e poesia.

Il Trullo Siamese
è uno dei trulli più antichi, composto di due coni e senza alcuna finestra. Secondo la tradizione, la suo forma è legata alla vicenda di due fratelli che vi abitavano in comune e che si innamorarono della stessa fanciulla, che pur avendo promesso fedeltà al fratello maggiore era in realtà innamorata del minore.
Appena l’intrigo amoroso si scoprì, la convivenza diventò litigiosa. L’edificio venne diviso da una parete ed ognuno dei due fratelli ebbe la metà del trullo. Ma i due trulli sono rimasti indivisibili nel tempo e le pietre grigie avvolgono le due cupole in un sinuoso abbraccio.

Il Museo del Territorio
 è un grande complesso di 15 trulli comunicanti fra loro. È conosciuto anche come Casa Pezzolla, dal nome del medico che vi abitava nella seconda metà del 1700 e che era a servizio dei conti Acquaviva d’Aragona.
Il complesso è un perfetto esempio di architettura tipica locale, quella che dei trulli, che nel corso del tempo ha saputo anche avere un’evoluzione. Dal 1986 è di proprietà del Comune di Alberobello ed attualmente ospita il Museo del Territorio del posto, un luogo perfetto per conoscere meglio la civiltà dei trulli, le testimonianze relative alla storia di Alberobello, alle tradizioni ed al folklore del territorio.
Nelle sale dell’edificio è ospitato anche il locale Museo dell’Olio, visitabile con lo stesso biglietto, ma pare che la gestione di questo bene possa essere ancora molto migliorata, sia nella gestione da parte del personale che nelle possibilità di fruizione da parte dei visitatori.

Casa D’Amore
Il 22 giugno 1797, dopo il regio decreto di re Ferdinando di Borbone, il primo sindaco eletto di Alberobello, Fracesco D’Amore, iniziava la costruzione della propria casa, la prima ufficialmente realizzata a cotto, quindi utilizzando la malta e non più a secco.
La posizione in cui venne costruita la casa non era casuale, il sindaco volle collocarla nelle immediate vicinanze di quella che era la residenza dei conti Acquaviva di Conversano, proprio per far capire che grazie al regio decreto la cittadina di Alberobello era passata da essere sottoposta al potere feudale ad essere una città libera.

Belvedere dei trulli, terrazza Santa Lucia
È un punto perfetto per fare una sosta e fotografare cupole e pinnacoli dei trulli dall’alto, in un panorama che lascia sicuramente sbalorditi. Si trova facilmente passeggiando per Alberobello perché si raggiunge da una scalinata che ogni turista percorre, proprio adiacente alla Chiesa di Santa Lucia.
Solitamente è un posto molto frequentato, chiunque vuole scattare foto e selfie con i trulli di Alberobello da questo punto panoramico, soprattutto con la magica atmosfera del tramonto. Qualche volta bisogna anche aspettare il proprio turno, ma è il luogo ideale per avere una visione d’insieme di questa cittadina pugliese così unica al mondo.

La Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano
Alberobello possiede anche begli esempi di architettura religiosa in stile più classico, come per esempio la Chiesa Matrice dedicata ai Santi Medici Cosma e Damiano e all’Immacolata Concezione, un’edificio in stile neoclassico della fine del XIX secolo.
Il culto dei Santi Medici ad Alberobello è stato introdotto proprio dal conte Giangirolamo II d’Acquaviva detto “il guercio di Puglia”, colui che diede vita alla nascita di questo borgo così particolare con le sue costruzioni a secco. Il conte, devoto per una grazia ricevuta durante la gravidanza dalla moglie Isabella da Rocca Padula, chiamò Cosimo il primogenito.
La chiesa attuale è stata edificata su una precedente piccola cappella del 1609, man mano ingrandita e riadattata, finché venne aperta al culto la nuova chiesa nel 1885. La chiesa è considerata anche un santuario, in quanto custodisce reliquie dei santi a cui è intitolata, che sono festeggiati il 27 e 28 settembre.